Fino al 17 giugno al Museo di Capodimonte
Napoli al femminile: Louise Bourgeois e la pittura barocca
Museo di Capodimonte |
Incontri Sensibili: Louise Bourgeois e Francesco Guarino
Francesca Grego
28/03/2017
Napoli - Debutta con Louise Bourgeois e Francesco Guarino il ciclo di mostre Incontri Sensibili, che metterà a confronto al Museo di Capodimonte autori, epoche e stili eterogenei sulla base di un tema comune. Cortocircuiti imprevisti prendono vita dall’incontro di capolavori di arte antica con opere contemporanee e internazionali, stimolando nuovi sguardi e associazioni.
In questo caso è la violenza sulle donne il trait d’union fra la Femme couteau realizzata nel 2002 dall’artista francese e il Martirio di Sant’Agata del caravaggesco Guarino. Opere distanti più di 300 anni, che con occhi diversi e pari intensità raccontano una femminilità colpita nel profondo, provando a esorcizzare la paura.
Netto e al contempo enigmatico, il linguaggio della Bourgeois aggiunge alla fascinazione surrealista per i manichini l’elemento femminile del tessuto, con un risultato d’impatto teatrale: un’eroina senza volto giace mutilata nella teca di vetro, mentre una grossa lama incombe ancora minacciosamente su di lei.
Guarda dritto negli occhi dello spettatore, invece, la Sant’Agata seicentesca di Francesco Guarino. Sulle ferite dei seni strappati la benda si tinge di rosso. Pudore e fierezza si fondono nell’iconografia di una figura che colpì l’immaginario degli artisti del Barocco.
Memoria, sessualità, amore, abbandono sono costanti della ricerca di Louise Bourgeois, da apprezzare anche nelle opere Fallen woman e Give or take, donate dall’artista al Museo di Capodimonte nel 2008 in occasione di un’importante retrospettiva e attualmente esposte nella sezione di arte contemporanea.
Il percorso napoletano sulle orme della Bourgeois prosegue allo Studio Trisorio, con la mostra Voyages Without a Destination: una serie di sculture in bronzo e più di 30 disegni – molti dei quali inediti – illustrano in un arco di tempo che va dal 1940 al 2009 l’evoluzione della poetica di un’artista che ha fatto del lavoro sul corpo e sulle emozioni il cuore della propria opera.
Entrambe le mostre resteranno aperte fino al 17 giugno.
- Leggi anche:
- L'era digitale di Pompei
- A Brera i Dialoghi di Lorenzo Lotto
In questo caso è la violenza sulle donne il trait d’union fra la Femme couteau realizzata nel 2002 dall’artista francese e il Martirio di Sant’Agata del caravaggesco Guarino. Opere distanti più di 300 anni, che con occhi diversi e pari intensità raccontano una femminilità colpita nel profondo, provando a esorcizzare la paura.
Netto e al contempo enigmatico, il linguaggio della Bourgeois aggiunge alla fascinazione surrealista per i manichini l’elemento femminile del tessuto, con un risultato d’impatto teatrale: un’eroina senza volto giace mutilata nella teca di vetro, mentre una grossa lama incombe ancora minacciosamente su di lei.
Guarda dritto negli occhi dello spettatore, invece, la Sant’Agata seicentesca di Francesco Guarino. Sulle ferite dei seni strappati la benda si tinge di rosso. Pudore e fierezza si fondono nell’iconografia di una figura che colpì l’immaginario degli artisti del Barocco.
Memoria, sessualità, amore, abbandono sono costanti della ricerca di Louise Bourgeois, da apprezzare anche nelle opere Fallen woman e Give or take, donate dall’artista al Museo di Capodimonte nel 2008 in occasione di un’importante retrospettiva e attualmente esposte nella sezione di arte contemporanea.
Il percorso napoletano sulle orme della Bourgeois prosegue allo Studio Trisorio, con la mostra Voyages Without a Destination: una serie di sculture in bronzo e più di 30 disegni – molti dei quali inediti – illustrano in un arco di tempo che va dal 1940 al 2009 l’evoluzione della poetica di un’artista che ha fatto del lavoro sul corpo e sulle emozioni il cuore della propria opera.
Entrambe le mostre resteranno aperte fino al 17 giugno.
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