Madonna del Garofano

Leonardo da Vinci

Alte Pinakothek (Pinacoteca Antica)

 
DESCRIZIONE:
Della Madonna del Garofano si erano perse le tracce da secoli. Nel 1886, quando il dipinto approdò all’Alte Pinakothek di Monaco, fu subito identificato con la Madonna della Caraffa, descritta dal Vasari come un quadro “molto eccellente” con dettagli “più vivi che la vivezza” stessa.

Realizzato da un Leonardo poco più che ventenne, l’olio su tavola rappresenta la Vergine con il Bambino Gesù in grembo, sullo sfondo di una stanza in penombra che due bifore aprono sul paesaggio. Con espressione malinconica, Maria porge al figlio un garofano rosso, simbolo del sangue della Passione. Il piccolo allunga le mani attorno al fiore, ma il suo sguardo è assente, già rivolto verso il cielo.
 
Se l’impianto compositivo, la gestualità e alcuni dettagli sono indizi dell’influenza di Andrea del Verrocchio, il maestro di Leonardo, nel suo insieme l’opera ha già in sé i tratti caratteristici della pittura del genio vinciano, che qui osserviamo in un momento di svolta. La complessa illuminazione della stanza, la presenza del parapetto, le trasparenze del vaso dei fiori sono frutto del confronto con l’arte fiamminga, mentre il paesaggio roccioso e il panneggio giallo chiuso come un vortice sono elementi nuovi che rivedremo in futuro.
 
Leonardo coglie qui “il movimento e il respiro” delle figure, come scriveva Vasari, studiando i movimenti del corpo come espressione dei moti dell'anima. La luce che penetra dall’esterno, inoltre, avvolge i protagonisti del quadro, stempera i contorni, ammorbidisce le linee, in un primo esempio dell’effetto che diverrà celebre con il nome di “sfumato”.
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