Dal 22 maggio al 29 agosto al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento a Rovereto

Il Mart omaggia Botticelli, "influencer" del pennello dal suo tempo ai nostri giorni

Sandro Botticelli, Ritratto di fanciullo con mazzocchio, 1470-1471 circa, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Palazzo Pitti, Galleria Palatina e Appartamenti Reali | Courtesy Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi e Mart
 

Samantha De Martin

21/05/2021

Trento - C’è un filo sottile - uno strale affilato dalla ricerca secolare di bellezza - che unisce il Compianto su Cristo morto di Botticelli alla Venere di David LaChapell, alle Collezioni della Maison Valentino o ancora a una Chiara Ferragni immortalata agli Uffizi davanti alla nascita della dea.
Questo filo lungo oltre 500 anni tesse l’indagine che dal 22 maggio al 29 agosto al Mart mette a confronto artisti e movimenti di epoche diverse, avendo come fulcro il protagonista indiscusso del “suo tempo e del nostro tempo”: Sandro Botticelli.
In occasione della mostra nata da un'idea di Vittorio Sgarbi e Eike Schmidt, a cura di Alessandro Cecchi e Denis Isaia, il pittore fiorentino giunge in trasferta a Rovereto con un nucleo di capolavori - da Pallade e il Centauro degli Uffizi alla Venere della Galleria Sabauda di Torino - per un viaggio che, dalla Firenze rinascimentale, approda alle opere dei colleghi contemporanei, da Giosetta Fioroni a Michelangelo Pistoletto, passando attraverso il cinema di Roman Polański e le incursioni di Kate Moss sulle riviste patinate.


Sandro Botticelli, Pallade e il Centauro, 1482 c., Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture | Courtesy Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi e Mart

Protagonista del progetto, oltre a Botticelli - l’artista di riferimento per tutta la nostra cultura visiva, punto di riferimento e motore, nei secoli, del concetto stesso di bellezza - Venere. E proprio Venere - bianca, nera, grassa, magra, transgender, eterea o popolare, sacra e al tempo stesso mondana, a seconda dell’artista che la cerca - diventa quasi ossessione, ricorrente nei secoli, tra canoni immutati e nuovi paradigmi estetici, ma al tempo stesso occasione per riflettere sulla narrazione e sulla rappresentazione del corpo femminile.
Il percorso è scandito in tre sezioni che raccontano le diverse fasi della vita di Sandro Botticelli, acuto interprete dei mutamenti sociali, politici, culturali e artistici che interessarono Firenze nella seconda metà del Quattrocento, oltre che devoto seguace delle idee di Girolamo Savonarola.


Giosetta Fioroni, Particolare della Nascita di Venere, 1965 Collezione Intesa Sanpaolo, Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo | Courtesy Mart | Foto: © Paolo Vandrasch

Se il Ritratto di fanciullo con mazzocchio di Palazzo Pitti degli Uffizi ricorda la fase giovanile e i rapporti con Filippo Lippi, Pallade e il Centauro, sempre degli Uffizi, e la Venere della Galleria Sabauda di Torino ci presentano un pittore nella sua fase più matura. Un’esistenza più tarda e tormentata riaffiora dal Compianto di Cristo del Museo Poldi Pezzoli di Milano, il pathos religioso si insinua nella Flagellazione e nell’Andata al Calvario per trovare il suo culmine in mostra nell’incompiuta Adorazione dei Magi.

A tessere gli onori e le glorie della Firenze del Magnifico, culla del Rinascimento italiano, sono opere come la Pietà o Santi Agostino e Ambrogio di Filippo Lippi, San Michele Arcangelo che uccide il drago di Antonio del Pollaiolo o l’Annibale cartaginese di Andrea del Verrocchio.


Renato Guttuso, Primavera, 1985 Collezione privata | Courtesy Mart

Ma è nella seconda parte della mostra che il nostro tempo si fa strada attraverso capolavori altrettanto indiscussi dell’arte contemporanea, dagli anni Sessanta a oggi, che provano come Botticelli incarni l’artista di riferimento per tutta la cultura visiva di ogni tempo.
A Botticelli hanno guardato artisti della Pop art italiana, da Mario Ceroli a Giosetta Fioroni, e, dopo di loro, maestri come Michelangelo Pistoletto e Renato Guttuso. Al pennello rinascimentale che Vasari descrisse come un “cervello stravagante e sempre inquieto”, amante degli scherzi, noto per l’esuberanza delle sue invenzioni, si sono ispirati artisti internazionali come Fernando Botero e David LaChapelle, del quale si apprezza in mostra Rebirth of Venus, e ancora Oliviero Toscani, John Currin, Vik Muniz, o il cinema di Federico Fellini.

Le ispirazioni botticelliane rivivono anche negli abiti della stilista e sindacalista Rosa Genoni e nelle collezioni della Maison Valentino e nelle foto dell’influencer Chiara Ferragni.


Michal Pudelka, Chiara Ferragni agli Uffizi, 2019 servizio fotografico per Vogue Hong Kong © VOGUE HONG KONG | Courtesy Mart

Dalle sale del museo progettato da Mario Botta, che ospitano la mostra, il culto di Venere, musa dei pennelli di ieri e di oggi, prosegue nel suggestivo scenario della fontana di piazza Rosmini, a Rovereto. Qui un intervento realizzato da Marco Lodola, su invito del presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, propone una Venere luminosa, omaggio a Botticelli. L’opera rientra nel ciclo delle sculture elettriche, cifra stilistica dell’artista che, nel corso degli anni, ha omaggiato con il suo tratto distintivo le icone della cultura popolare, dalla Vespa agli eroi dei fumetti.

La mostra Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18; il venerdì dalle 10 alle 21.


Loretta Lux, The Rose Garden, 2001 © Loretta Lux | Courtesy Yossi Milo Gallery, New York

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