Emilio Isgrò. Disorientarsi
Dal 18 Gennaio 2014 al 10 Febbraio 2014
Venaria Reale | Torino
Luogo: Res Publica Galleria Democratica
Indirizzo: piazza della Repubblica 1/e
Orari: da martedi a domenica 10-12.30/ 15-19.30
Curatori: Luca Beatrice
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 4593335
E-Mail info: info@respublicagalleriadartedemocratica.it
Sito ufficiale: http://www.respublicagalleriadartedemocratica.it
Nella splendida cornice di piazza della Repubblica di Venaria Reale, proprio di fronte alla Reggia, Res Publica Galleria Democratica e la galleria Arte Colonna presentano una personale del Maestro Emilio Isgrò dal titolo “Disorientarsi” a cura di Luca Beatrice. Il nucleo centrale di questa mostra personale di Emilio Isgrò è incentrato su una serie di mappe cancellate, realizzato tra la fine degli anni ‘90 e i primi 2000, cui si assommano tre dei quattro Vangeli piu’ alcune pagine dei testi sacri. Il primo effetto è quello di una perdita dell’orientamento che fa saltare le convenzioni nominali per ridisegnare una nuova geografia immaginaria, nel tentativo di conoscere il mondo negandone i punti cardinali e insinuandoci il dubbio che in fondo qualsiasi tipo di linguaggio potrebbe reggersi piu’ che altro su sempici convenzioni.
Passata la fase di disorientamento, Isgrò suggerisce comunque di ricercare oltre, nel paradosso, nella forma pura che ridiventa immagine, colore, segno. Solo così ci sarà permesso un altro approccio all’opera, più poetico e slegato dalla realtà, sostanzialmente più puro. Di fronte al lavoro di Isgrò, peraltro così abile a spiegare per filo e per segno le proprie motivazioni, l’atteggiamento critico lascia il posto a un altro tipo di analisi che preferisce perdersi invece di ritrovarsi, disorientarsi invece di ricorrere alla bussola: accettare la sfida di questo straordinario amanuense attivo tra due secoli, prediligere la sua lentezza, assumere la ripetizione come dato fondamentale dell’opera, forse il più affascinante di tutti.
Passata la fase di disorientamento, Isgrò suggerisce comunque di ricercare oltre, nel paradosso, nella forma pura che ridiventa immagine, colore, segno. Solo così ci sarà permesso un altro approccio all’opera, più poetico e slegato dalla realtà, sostanzialmente più puro. Di fronte al lavoro di Isgrò, peraltro così abile a spiegare per filo e per segno le proprie motivazioni, l’atteggiamento critico lascia il posto a un altro tipo di analisi che preferisce perdersi invece di ritrovarsi, disorientarsi invece di ricorrere alla bussola: accettare la sfida di questo straordinario amanuense attivo tra due secoli, prediligere la sua lentezza, assumere la ripetizione come dato fondamentale dell’opera, forse il più affascinante di tutti.
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