Arrivederci Roma: Jimmie Durham prima di lasciare la Capitale le dedica una mostra

http://www.flickr.com/people/44112235@N04 |
Jimmie Durham
26/11/2012
Roma - Si chiama Streets of Rome and other Stories la grande personale, la prima in un museo pubblico italiano (il Macro di Via Nizza), delle opere di Jimmie Durham, artista, saggista e poeta nato in Arkansas settant'anni fa, in programma dal 29 novembre 2012 al 10 febbraio 2013. In una galleria privata, Edicola Notte, invece, si era già visto a primavera inoltrata con una installazione intitolata Underground and cloud connections, dopo aver fatto la sua apparizione, nel 2011, attraverso la galleria Ram, a The Road to Contemporary Art, negli spazi della Pelanda, al Testaccio.
La cultura di Durham è quella degli indiani d'America, dei Cherokee in particolare, non a caso attivista politico dell’American Indian Movement. Per cinque anni ha vissuto a Roma, che è stata, col popolare quartiere San Lorenzo, una delle numerose tappe dei suoi frequenti trasferimenti. Ora, infatti, sta di nuovo per spostarsi. Nuova meta: Berlino. Prima di lasciare Roma, però le dedica questa mostra. La dedica anzi alle strade della città, perché quello è il contesto in cui lui si sente a proprio agio, vicino all'atmosfera più autentica della comunità.
Il titolo della mostra, Streets of Rome and Other Stories si ispira ad una delle opere, realizzata nel 2011: La Strada di Roma è, per Durham, un angolo in cui si accumulano oggetti di risulta di ogni genere, rifiuti, cose che non servono piùe con cui Durham costruisce uno dei suoi famosi "assemblage". Alcuni oggetti sono irriconoscibili, frammenti di qualcosa che in un recente passato deve aver avuto una sua utilità pratica, altri riconoscibilissimi: la carcassa di un televisore, la portiera di un'automobile che arriva dritta da uno "sfasciacarrozze", uno pneumatico e un orinatoio che fa tanto pensare a Duchamp.
Nicoletta Speltra
La cultura di Durham è quella degli indiani d'America, dei Cherokee in particolare, non a caso attivista politico dell’American Indian Movement. Per cinque anni ha vissuto a Roma, che è stata, col popolare quartiere San Lorenzo, una delle numerose tappe dei suoi frequenti trasferimenti. Ora, infatti, sta di nuovo per spostarsi. Nuova meta: Berlino. Prima di lasciare Roma, però le dedica questa mostra. La dedica anzi alle strade della città, perché quello è il contesto in cui lui si sente a proprio agio, vicino all'atmosfera più autentica della comunità.
Il titolo della mostra, Streets of Rome and Other Stories si ispira ad una delle opere, realizzata nel 2011: La Strada di Roma è, per Durham, un angolo in cui si accumulano oggetti di risulta di ogni genere, rifiuti, cose che non servono piùe con cui Durham costruisce uno dei suoi famosi "assemblage". Alcuni oggetti sono irriconoscibili, frammenti di qualcosa che in un recente passato deve aver avuto una sua utilità pratica, altri riconoscibilissimi: la carcassa di un televisore, la portiera di un'automobile che arriva dritta da uno "sfasciacarrozze", uno pneumatico e un orinatoio che fa tanto pensare a Duchamp.
Nicoletta Speltra
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | Fino al 1° marzo al MUCIV-Museo delle Civiltà di Roma
Le fiabe sono vere. La storia popolare italiana si racconta al Museo delle Civiltà di Roma
-
Roma | Fino al 14 settembre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
A Roma un dialogo tra gli artisti cinesi e i maestri della collezione Gnamc, da Balla a Cattelan
-
Roma | Open House Roma apre le porte dell’appartamento dell'artista a due passi dal Pantheon
Pomeriggio nella casa-studio di Luigi Serafini, un pezzo di storia a rischio sfratto
-
Roma | Dall’11 luglio all’11 ottobre
Racconti di luce: la storia della Galleria Borghese in un videomapping
-
Roma | A Roma dal 4 luglio al 21 settembre
La voce del corpo secondo Carole Feuerman. Il superrealismo va in scena a Palazzo Bonaparte
-
Roma | Dal 3 al 6 luglio l’VIII edizione del Festival della Visione e della Cultura Digitale
Al Gazometro di Roma al via Videocittà nel segno della luce