In mostra fino al 3 maggio 2026

Jago, l'algoritmo e la David "imbavagliata". Al teatro antico di Taormina la potenza del gesto tra memoria e permanenza

La David di Jago a Taormina | Foto: © Migliorato
 

Samantha De Martin

04/09/2025

Messina - Dalla sommità delle tribune del Teatro Antico di Taormina, reduce da un simbolico viaggio intorno al mondo a bordo dell'Amerigo Vespucci, La David di Jacopo Cardillo, in arte Jago, con la sua postura fiera, lo sguardo altero, la fionda, una pietra stretta tra le mani, sotto l'occhio vigile dell'Etna, scruta il mare, crocevia di civiltà e palcoscenico di antiche memorie.
Questa meraviglia silenziosa nell’eternità del tempo non sa che un altro occhio, oltre a quello del vulcano, la sta osservando. E non con sguardo complice.
La bella eroina in bronzo dorato, approdata da poche ore nell'affascinante cornice del centro siciliano, avrebbe potuto godersi il soggiorno siculo accolta da una calorosa accoglienza di pubblico, se non fosse stato per l'intervento (l'ennesimo) del dannato algoritmo di META.
Così, più che con Golia, il corpo a corpo che si sta consumando in queste ore è tra Jago e la società di Mark Zuckerberg.


La David imbavagliata da Jago

Già nei giorni scorsi l'algoritmo, scandalizzato dai seni della David, aveva censurato il profilo del suo autore, Jago. Questa mattina l'artista si è visto ancora una volta oscurare il profilo a causa del post con cui ringraziava la città di Taormina per l'ospitalità ricevuta, mostrando le opere presenti, tra le quali la David che troneggiava, tronfia, proprio nella parte più alta dell’anfiteatro.

Accolta dall’abbraccio della cornice classica, la scultura in bronzo dorato è una delle quattro opere incastonate fino al prossimo 3 maggio 2026 nel suggestivo contesto del Parco Archeologico di Naxos Taormina, nell'ambito della mostra "Gesti scolpiti", organizzata da Aditus e Civita Sicilia, in collaborazione con BAM. 

La sua sagoma porta con sé il peso di una narrazione epica e contemporanea al tempo stesso, l’impronta dell’iconografia classica e della tradizione dei grandi maestri, facendosi portavoce del mito di David e Golia reinterpretato in chiave moderna per raccontare una storia diversa, ma sempre intrisa di coraggio e rivalsa. Rivalsa che proprio all'algoritmo sembra non andare giù. 
Ma questa mattina l'artista ciociaro non ce l'ha fatta e, in risposta all'ennesimo bavaglio ai contenuti social, ha deciso di
'autocensurare' la sua David. Come riporta anche l'Ansa, e come si vede nel video sul profilo dell'artista, armato di occhiali e cappellino nero, Jago si è fatto largo tra i turisti iniziando a srotolare il nastro adesivo mentre in molti - ignari della sua identità - lo hanno filmato minacciandolo di pubblicare il gesto sui social, ritenendolo un vandalo. Prima ha coperto i seni, poi il ventre, infine la bocca. Nella bagarre qualcuno lo avrebbe anche redarguito, salvo poi scusarsi una volta chiarita l'identità.
Siparietto a parte (è il potere straordinario dell'arte, bellezza!) sebbene imbavagliata e velata con nastro adesivo, la David che grandeggia tra le rovine del teatro antico appare bellissima, come se in questa cornice vi avesse abitato da sempre.

Accanto a lei, simili a gesti scolpiti nel tempo, testimoni di una continua necessità espressiva che attraversa epoche e linguaggi, in dialogo con la stratificazione culturale e archeologica di Taormina Jago ha collocato altre tre opere: Impronta Animale (2012), Memoria (2015), Prigione (2016), ennesima espressione dell'abilità dell’artista, classe 1987, nell’utilizzo del marmo come materiale nobile per trattare i temi fondamentali del nostro tempo.


Jago a Taormina | Foto: © Migliorato

Nel corso dell’inaugurazione svoltasi ieri, mercoledì 3 settembre, che ha visto la partecipazione di oltre mille spettatori che hanno affollato il Teatro Antico di Taormina, è stato proiettato il videoracconto del viaggio della David, a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci.
Ad eccezione della David, le tre sculture in mostra, scolpite in marmo statuario, ruotano attorno al tema della mano. Simbolo di contatto, creazione, affermazione personale, affondando nella materia, costruendo memoria, la mano consente all’essere umano di lasciare un segno. E per l’artista - il primo ad avere inviato, nel 2019, una scultura in marmo sulla Stazione Spaziale Internazionale in occasione della missione Beyond dell’ESA (European Space Agency) - la mano diventa una creatura viva che attraversa il tempo. Se in Impronta Animale si fa reperto, segno primordiale che richiama le pitture rupestri, rievocando un contatto ancestrale con la terra e con la nostra storia profonda, in Memoria l’impronta di una mano scavata nella pietra apre una riflessione sulla memoria e sull’eredità, rendendo tangibile la traccia della presenza umana come simbolo di permanenza e ricordo. Una presenza umana  e pensante. Alla faccia dell'algoritmo.


La David di Jago a Taormina | Foto: © Migliorato

In Prigione l’immagine scolpita, avvolta nelle pieghe del marmo, sembra volersi liberare da una prigione di pietra. I contorni della figura umana sono appena delineati, mentre le membra si estendono con un forte senso di tensione. Il gesto è tutto: urgenza di esistenza, simbolo della lotta per liberarsi da ciò che costringe.
Ed ecco la David (un richiamo al celebre capolavoro di Michelangelo). Il progetto nasce nel 2021 con un primo bozzetto in argilla realizzato a mano. Da quell’immagine iniziale sono scaturite diverse versioni in argilla e gesso, fino ad arrivare al modello attuale, tradotto in bronzo attraverso l’antica tecnica della fusione a cera persa. La versione definitiva, scolpita in marmo di Carrara e alta oltre 4 metri, rappresenterà la pietra miliare del percorso artistico di Jago, impegnandolo in una vera e propria impresa.