Ebe (Berlino, Nationalgalerie)

Antonio Canova

 
DESCRIZIONE:
Antonio Canova realizzò la serie di sculture intitolate Ebe tra il 1796 e il 1817. Della statua esistono quattro versioni autografe del maestro, oltre all’originale modello in gesso, ultimato nel 1796.

Figlia di Zeus e di Era, la dea Ebe, coppiera delle divinità dell’Olimpo, appare sempre connessa all’eterna giovinezza.
La prima versione della statua fu eseguita nel 1796 su commissione del conte Giuseppe Giacomo Albrizzi e venne inviata a Venezia poco prima della fine dell'anno 1799. Oggi la si può ammirare all'Alte Nationalgalerie di Berlino.

Sorretta da una nuvola, con la posa elegante, il braccio destro alzato a sorreggere un’anfora in bronzo, la mano sinistra a stringere una coppa pronta a deliziare gli dei con il suo contenuto, Ebe sembra procedere danzando.
Canova immortala la dea mentre si posa in punta di piedi, la gamba sinistra in appoggio, la destra ancora leggermente sollevata indietro. Il suo sguardo è fisso in avanti, la bocca leggermente socchiusa, mentre un sorriso appena percettibile appare sulle labbra.
La pelle, quasi diafana, diffonde la luce in modo uniforme, mentre i capelli, sollevati e riuniti in un’acconciatura sobria, tra riccioli e ciocche, danno vita ad un vivace chiaroscuro.

Ritratta seminuda, con i suoi acerbi seni scoperti, Ebe indossa un abito leggero e svolazzante, che valorizza il suo corpo con un morbido panneggio. Un’infinita grazia è racchiusa nei piedi, appoggiati sulla punta e levigati con cura, a conferire leggerezza all'opera. 
Purtroppo questa prima versione, accanto alla seconda, conservata oggi all’Ermitage, non convinse la critica.
Il viso della dea fu giudicato troppo poco espressivo e quella nuvola, posta sotto i suoi piedi, veniva considerata eccessivamente barocca.
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